Di Ambra Figini

Numerose aziende si trovano, presto o tardi, ad affacciarsi ai mercati internazionali. Il volume d’affari aumenta, le prospettive si ampliano, ma con nuovi sbocchi commerciali emergono nuovi grattacapi: uno fra tutti è l’utilizzo della lingua straniera in ambito commerciale.

Quando si vogliono costruire e rafforzare i rapporti con fornitori, clienti o un pubblico che non parla la nostra lingua, risulta immediatamente chiaro che non si può fare affidamento semplicemente sulle risorse interne all’azienda. Persino scrivere un’e-mail in inglese senza pericolosi strafalcioni potrebbe essere arduo. E che dire delle competenze linguistiche necessarie per affrontare una fiera internazionale, sottoporsi a un audit o una procedura di certificazione, condurre delicate riunioni con i partner commerciali o tenere un workshop in lingua straniera? Quando si alza l’asticella, collaborare fianco a fianco con un interprete freelance professionista è sicuramente la strategia vincente.

Interprete chi?

Come noi di PAP abbiamo raccontato nei nostri articoli, l’interprete non è solamente qualcuno “che conosce le lingue”, ma un vero e proprio professionista in campo linguistico, con una formazione universitaria specifica in interpretariato e anni di studio alle spalle. Si tratta di una figura che non solo conosce approfonditamente una o più lingue straniere (oltre la madrelingua!), ma che ha appreso le varie tecniche di interpretariato, rispetta un preciso codice deontologico e, grazie allo studio preparatorio prima di ogni incarico, è in grado di supportarvi anche sugli argomenti più tecnici.

Molti sanno cosa aspettarsi quando ci si rivolge a un avvocato, un medico o un geometra. Ma quali sono i passi da intraprendere quando si collabora con un interprete freelance?

Esistono dei piccoli e semplici accorgimenti per far sì che l’interpretariato si svolga nelle migliori condizioni possibili. Vediamoli insieme.

Prima del lavoro

  • Fornite dettagli e materiale preparatorio sul tema

È fondamentale considerare l’interprete un alleato e una parte integrante del team. Per questo motivo è importante metterlo a parte di tutte le informazioni disponibili sull’evento in cui interpreterà.

Si parlerà di prodotti o servizi specifici? Fornite all’interprete cataloghi, brochure, informazioni precise su questi aspetti. L’incontro verterà su un macchinario in particolare? Inviate schede tecniche e manuali bilingue aggiornati. Il professionista tratterà i documenti con la massima riservatezza e li userà per prepararsi sulla terminologia specifica.

Chi saranno i partecipanti all’incontro di lavoro? Quali sono i rapporti pregressi fra voi? Bisognerà trattare di alcuni aspetti spinosi? E qual è il vostro obiettivo alla fine dell’incontro? Anche queste informazioni sono importanti per l’interprete commerciale.

  • Calcolate le tempistiche

L’interprete in ambito commerciale dovrà tradurre le vostre parole e quelle del vostro interlocutore. Tenete conto di questo tempo “extra” nel calcolare la durata dell’incontro, e dunque dell’incarico di interpretariato.

Durante il lavoro

  • Parlate rivolgendovi all’interlocutore, non all’interprete

Quando parlate, guardate il vostro interlocutore straniero. In questo modo farete sentire il vostro partner commerciale parte integrante della conversazione e stabilirete un contatto più personale. Sapete che la gran parte del messaggio comunicativo è trasmesso grazie alla mimica e alla gestualità?

Inoltre, potete tranquillamente rivolgervi all’interlocutore con il “tu/lei”. Non è necessario usare formule quali “digli che…”, “chiedigli se…”. L’interprete, infatti, traduce solitamente in prima persona (“Sono felice di rivederla, signor Smith!”), proprio come se foste voi a parlare.

  • Se non volete che una frase venga tradotta… meglio non dirla

Il compito dell’interprete è quello di tradurre nel modo più fedele possibile il messaggio pronunciato da entrambi gli oratori. Se volete fare commenti od osservazioni ma non desiderate siano riportati al vostro interlocutore straniero, la scelta migliore per evitare confusione è non pronunciarli del tutto. Potete parlare in privato con l’interprete in un secondo momento.

È importante ricordare che, anche se il vostro cliente/partner straniero non conosce l’italiano, potrebbe comunque capire alcune parole o dedurre il vostro stato d’animo dal tono di voce, senza però avere modo di ribattere. Ciò potrebbe causare non poche tensioni.

  • Le pause sono importanti

È generalmente sconsigliato lanciarsi in un monologo senza dare all’interprete la possibilità di iniziare a tradurre. Il vostro interlocutore straniero, infatti, potrebbe risentirsi e spazientirsi: infatti, non capirà di cosa si parla finché l’interprete non avrà tradotto. Ricordatevi dunque di interrompervi dopo qualche frase, dando modo alle parti di seguire il filo del discorso.

Se invece dovete pronunciare discorsi più lunghi, magari di fronte a un pubblico più folto, allora la modalità di interpretariato che fa per voi è una consecutiva, una simultanea con cabina o con bidule.

Inoltre, è bene inserire durante la giornata lavorativa delle pause regolari di almeno un quarto d’ora, per permettere all’interprete di riposarsi. L’interpretariato è mentalmente impegnativo, e una pausa caffè sarà certamente gradita!

Dopo il lavoro

  • Il debriefing, ovvero “tirare le fila”

Al termine della giornata o dell’incontro, è utile confrontarsi con l’interprete per fare il punto della situazione. L’interprete potrebbe chiedervi chiarimenti ulteriori riguardo aspetti tecnici su cui non ci si è potuti soffermare in presenza del partner straniero. Il vostro feedback sul risultato dell’incontro sarà prezioso.

Eccoci giunti alla fine: questi sono alcuni consigli, una piccola guida, su come lavorare al meglio con un interprete in ambito aziendale e commerciale.

Ci auguriamo che vi siano utili la prossima volta che collaborerete con un professionista del settore!

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