Di Elena Vivaldi

Oggi abbiamo deciso di uscire dai confini della traduzione e dell’interpretazione e di dare la parola a un professionista della fisioterapia. In fondo, restiamo in tema perché PAP è Parola ai professionisti.

Incontriamo il dott. Mattia Croce, fisioterapista presso lo studio PhysioLab di Chiavari. PhysioLab è uno studio professionale che riunisce diversi specialisti nel campo della fisioterapia, della nutrizione, della podologia e di altre discipline volte alla cura globale della persona.

Questa tipo di realtà ha alcuni punti in comune all’idea di PAP, ossia proporre al pubblico un servizio completo e soprattutto professionale, in cui l’aggiornamento e la formazione continua sono tappe imprescindibili. Mattia, puoi raccontarci brevemente com’è nata l’idea di questo studio?

La nascita del nostro studio professionale deriva dalla volontà di fornire un servizio completo e multidisciplinare a tutta la cittadinanza nell’ambito delle professioni sanitarie. Nel 2016 eravamo alla ricerca di uno spazio nuovo e centrale: sebbene ognuno esercitasse già la propria professione autonomamente, l’idea di riunirsi in un unico studio per iniziare a condividere un percorso lavorativo, seppur mantenendo la propria autonomia, è stato il motore che ha dato il via al processo di conoscenza e avvicinamento tra tutti i colleghi.

Anche noi crediamo fermamente nel fare rete. Oggi sei capitato tra traduttori e interpreti. Ci sorge spontanea una domanda: nella tua vita professionale hai mai avuto a che fare con professionisti del nostro settore? E cosa consiglieresti ai nostri colleghi che vogliono specializzarsi per poter interpretare nel campo della fisioterapia?

No, non ho mai avuto la fortuna di conoscere direttamente in ambito professionale traduttori e interpreti professionisti. Ho frequentato diversi corsi all’estero in lingua inglese con docenti stranieri, ma la parte di traduzione è sempre stata affidata a un fisioterapista, perchè nella parte pratica il traduttore/fisioterapista svolge spesso il ruolo di assistente al docente nelle tecniche manuali. Mi è capitato, però, di assistere a lezioni frontali con traduzioni poco chiare, dove buona parte dei contenuti tende a perdersi per “errori” veri e propri di traduzione o a causa del ritmo rallentato che il docente deve mantenere per permettere all’interprete di rimanere al passo.

Penso quindi che la figura di un interprete professionista sarebbe utile in particolare in questo tipo di contesto, ossia corsi prettamente teorici, conferenze, congressi, dove è importante ricevere una traduzione di qualità e velocità elevata per poter ricevere più indicazioni possibili e dove un buon professionista potrebbe aiutare nel gestire al meglio le domande ai docenti stranieri. 

Esatto, sono proprio i congressi e le conferenze gli ambiti in cui la nostra formazione diventa un punto di forza. Certamente non possiamo improvvisare la parte pratica!

Adesso ti facciamo lavorare anche a distanza. I traduttori, si sa, passano ore e giorni seduti alla scrivania di fronte al computer (e non solo in quarantena). Gli interpreti, invece, devono passare ore seduti di fronte a un microfono chiusi dentro anguste cabine insonorizzate.

Hai qualche consiglio su come organizzare le nostre postazioni per limitare o prevenire i danni per la nostra salute?

Ci mostri un esercizio molto semplice per mantenere la nostra schiena in buono stato, magari senza dover interrompere il lavoro?

Sicuramente sarebbe importante avere uno stile di vita attivo per tutti coloro che svolgono attività lavorative sedentarie che costringono a passare molte ore seduti. Nei momenti liberi non dimenticatevi dello sport e di attività dinamiche che possano interrompere la routine statica della vostra giornata.

Un consiglio pratico: cambiare frequentemente posizione! Nella vostra vita lavorativa potrebbe tradursi nel camminare per brevi periodi, interrompendo spesso la posizione seduta, modificare l’altezza delle seggiole e dei microfoni di modo da variare spesso anche la posizione del capo e della cervicale ed eseguire piccoli esercizi di mobilità nella vostra postazione lavorativa.

Curiosi di scoprirne di più? Ai link ecco due semplici esercizi per muovere la vostra colonna vertebrale anche al lavoro:

Parola d’ordine: movimento. Grazie mille, Mattia. Faremo sicuramente tesoro dei tuoi consigli e buon lavoro a te e tutti i colleghi di PhysioLab.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *