Di Paolo Bracciale

Cari lettori e appassionati del mondo dell’interpretazione! Il mio contributo di oggi intende mettere in luce un elemento dell’interpretazione simultanea che molto spesso viene lasciato in secondo piano: la trasmissione delle emozioni dell’oratore attraverso la voce. Mi rifarò a uno studio che ha condotto alla stesura della mia tesi magistrale dal titolo “Tra parole ed emozioni: interpretare per la televisione di intrattenimento. Il caso dell’interpretazione simultanea dal russo in italiano.”

La trasmissione delle emozioni è un elemento indispensabile per il simultaneista? Be’, dare un po’ di colore alla propria resa sicuramente non guasta! Tuttavia è necessario affermare che l’importanza delle emozioni è dettata dall’evento stesso e dall’obiettivo che con questo si intende perseguire.  Basti pensare all’abissale differenza che esiste tra un classico convegno e un talk show televisivo. L’obiettivo di una conferenza consiste infatti, di norma, nell’informare una platea di spettatori su un determinato argomento di loro interesse, e la trasmissione delle sfumature vocali rappresenta solo raramente un elemento indispensabile ai fini comunicativi. Un obiettivo completamente diverso caratterizza invece la televisione di intrattenimento che, come suggerisce il termine stesso, punta infatti a intrattenere i propri telespettatori, a catturare la loro attenzione, a interessarli e, non per ultimo, a suscitare un sorriso o una lacrima. In questo particolare setting interpretativo la voce dell’interprete si carica di un particolare valore comunicativo, in grado di trasferire l’eloquio dell’oratore non solo sul piano verbale ma anche, o soprattutto, su quello paraverbale o prosodico: in altre parole, al professionista viene richiesto di prestare attenzione non solo a cosa si dice ma anche al come lo si dice.

Veniamo al dunque. Una volta stabilita l’importanza delle emozioni per la televisione di intrattenimento e aver inquadrato il ruolo centrale che riveste la voce, è possibile ora individuare le principali caratteristiche del medium televisivo e del formato intrattenimento che si ripercuotono sulla prestazione del simultaneista. Dal punto di vista discorsivo, l’interazione all’interno del talk show si distingue come segue:

  • horror vacui, ovvero paura del silenzio, e conseguente tendenza a un parlato continuo;
  • assenza di un tema preciso di dialogo e quindi basso margine di prevedibilità;
  • pubblico caratterizzato da inerzia attenzionale, che molto spesso guarda la televisione con superficialità e che potrebbe cambiare canale da un momento all’altro;
  • prevalenza degli aspetti evenemenziali, riferiti alla forma dell’eloquio, alla prosodia, su quelli enunciazionali, legati invece al contenuto e alle parole;
  • propensione del conduttore e dell’ospite intervistato a simulare una conversazione (apparentemente) spontanea, ricca di intercalari e contraddistinta da un registro prevalentemente informale.

Considerate le caratteristiche discorsive sopra elencate e, prima tra tutte, la prevalenza degli aspetti show su quelli talk, è intuibile che all’interprete è richiesta una particolare prestazione che va ben oltre la trasmissione del senso dell’enunciato (come può avvenire nel caso di una classica conferenza informativa). Il professionista che presta servizio di simultanea per la televisione di intrattenimento deve infatti adeguare la propria resa ai fini di spettacolo: deve avere una brillante capacità di reazione per far fronte al basso margine di prevedibilità caratteristico di un vivace botta e risposta; deve essere pronto a un notevole grado di coinvolgimento della propria performance; e, non per ultimo, deve possedere specifiche caratteristiche che gli permettano di modulare la voce per calarsi nel personaggio e intrattenere i telespettatori. La voce, strumento di lavoro fondamentale per l’interprete, e unico elemento percettibile della prestazione del simultaneista, acquisisce, in televisione, un valore ancora maggiore. Riassumendo, è possibile paragonare l’interprete per la televisione di intrattenimento a un attore attento al rispetto dell’alterità, dotato cioè di capacità imitative che gli permettano di affinare la propria resa ai fini di spettacolo e, allo stesso tempo, di autocontrollo che gli permetta, quando necessario, di fare un passo indietro e ricordarsi di non mettere troppo di sé stesso.

Interessante la figura dell’interprete-attore, non è vero? Se ti è venuta voglia di scoprire di più, puoi leggere la mia tesi in formato integrale, scaricandola gratuitamente a questo link. Potrai consultare il codice dei segni vocali paralinguistici, un tentativo di sistematizzare i tratti comunicativi della voce umana in un agile codice dotato di rappresentazione grafica, vedere come li ho utilizzati per trascrivere il testo e le rese di un esperimento di simultanea dal russo in italiano e, non per ultimo, dare un’occhiata a quattro interviste a interpreti professionisti in ambito televisivo per scoprire trucchi del mestiere, curiosità e avere un prezioso sguardo dall’interno.

Buona lettura e buone interpretazioni!

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