Di Fiorenza Spuria

Animal Crossing è una serie di videogiochi giapponese pubblicata per la prima volta nel 2000 per Nintendo 64 con il titolo originale di Doubutsu no Mori (“La foresta degli animali”). Due anni dopo, il videogioco fu ripubblicato per Nintendo GameCub con il titolo di Doubutsu no Mori+. Fu in questa sua versione aggiornata che il gioco arrivò in Occidente (nel 2002 in America del Nord e nel 2003 in Europa), con il titolo di Animal Crossing.

Animal Crossing è semplicemente un gioco in cui il giocatore è l’unico umano arrivato in una città di animali parlanti. Una volta lì, oltre a stabilire buoni rapporti di vicinato, dovrà pagare dei debiti a Tom Nook, un tanuki che gli offre una casa in cui vivere. Nei primi episodi della serie (Animal Crossing per Game Cube, Animal Crossing: Wild World per Nintendo DS, Animal Crossing Let’s go to the City -in Europa- o City Folk –in America del Nord per Wii), il giocatore poteva customizzare solo la sua casa. Nel frattempo, poteva parlare con gli animali che vivevano in città, ma anche raccogliere frutta, catturare insetti e pescare pesci, nonché scrivere lettere e cartoline agli animaletti e ad altri giocatori e festeggiare ricorrenze ogni anno. Si tratta dunque di un videogioco dallo sviluppo lento e con una trama lievemente accennata, creato apposta per far rilassare i giocatori.

Dopo le basse vendite del capitolo per Wii, Nintendo pensò bene di svecchiare la serie, con il titolo di Animal Crossing: New Leaf per Nintendo 3DS. Il gioco, uscito nel 2012 in Giappone e nel 2013 in Occidente, si rivelò un grande successo. In questo gioco, un umano viene scambiato per sbaglio per il sindaco di una città di animali, e gli viene affidata come assistente una cagnolina distratta chiamata rispettivamente Isabelle in inglese, Fuffi in italiano e Shizue in giapponese. L’intuizione del gioco fu la possibilità di apportare modifiche anche alla città, e non solo dentro casa del protagonista, svecchiando quindi una dinamica che poteva risultare ripetitiva o vetusta.

Il successo di questo capitolo portò a un suo ulteriore aggiornamento chiamato Animal Crossing: New Leaf- Welcome Amiibo, in cui si potevano invitare altri villagers (così vengono chiamati gli animali della saga) a vivere in città tramite le carte amiibo.

E fin qui ho parlato per sentito dire e per dati oggettivi finchè un giorno, sul cellulare, spuntò su Play Store questo giochino chiamato Animal Crossing: Pocket Camp. Si trattava di un giochino free-to-start ispirato alla serie principale e con una marea di villagers sbloccabili e di oggetti ottenibili, le cui meccaniche sono le stesse della serie principale, anche se più limitate. Il 20 marzo, poi, è uscito in tutto il mondo il pezzo forte:  Animal Crossing: New Horizons per Switch.

La trama di New Horizons vede il giocatore trasferirsi sull’isola insieme a Tom Nook e i suoi figli adottivi Timmy e Tommy (in italiano i loro nomi sono Mirco e Marco), nonché due villagers iniziali, un maschio (di carattere sportivo) e una femmina (di carattere gentile). In seguito, il giocatore imparerà l’arte del fai da te, acchiapperà insetti, pescherà pesci, scaverà fossili, e inviterà altri otto villagers oltre ai primi due.

Dopo quest’introduzione al gioco, concentriamoci sulle particolarità traduttive relative ai giochi Animal Crossing: Pocket Camp e Animal Crossing: New Horizons. Innanzitutto la prima scelta che salta all’occhio sono i titoli inglesi che sono stati adottati anche in italiano.

Per quanto riguarda invece i nomi dei personaggi, ecco qui alcuni che presentano delle particolarità traduttive:

  • Fuffi è una cagnolina di razza Shih Tzu. Il suo nome giapponese è appunto Shizue. Il suo nome italiano è un tipico nome da cane, Fuffi, mentre il suo nome inglese, Isabelle, è un gioco di parole. La testa di Isabelle ricorda un sacco di bells (“campane”), tradotte in italiano come stelline (la moneta del gioco, chiamata così in italiano per via del simbolo della stellina sul sacchetto). Isabelle è quindi è un nome-gioco di parole con la frase “is a bell”.
  • Nell’isola di New Horizons sono presenti due fratelli Dodo che gestiscono l’aeroporto locale. I loro nomi inglesi sono Orville e Wilbur, omaggio ai fratelli Wright, due famosi aviatori. I nomi italiani invece mantengono il prefisso Dodo (probabilmente per far capire ai bambini di che specie si trattano), denominando quindi i due personaggi Dodobaldo e Dodoardo.
  • Spesso nel gioco appare un giovane castoro appassionato di pesca e con un sacco di seguaci sui social network. La lore della serie spiega che questo nuovo personaggio è il figlio di Castore (Chip in inglese), un castoro pescatore che appare nei titoli precedenti. Pertanto, il nome italiano è Castorino, mentre quello inglese è CJ, abbreviazione di Chip Junior. Se guardiamo bene questo personaggio, però, ci accorgiamo che assomiglia a una nota popstar canadese. Castoro in giapponese si dice biba che suona simile a Bieber ed è un prestito dall’inglese beaver, pertanto in giapponese si chiama Jasutin (traslitterazione di Justin). Avete capito qual è la popstar canadese a cui si ispira, no?
  • Tra i vari villager che si possono ospitare nel gioco c’è una cagnolina gialla di carattere normale (ovvero l’unico carattere a non essere fuori dalle righe, esclusivo dei personaggi di sesso femminile). Il team di localizzazione statunitense l’ha chiamata Goldie (implicando quindi che sia una Golden Retriever), mentre in italiano si chiama Dora (implicando quindi che sia una Labrador).

Errori di localizzazione:

  • Protone, lo scoiattolo di carattere bisbetico, per un errore di localizzazione nel primissimo Animal Crossing e nel seguito per DS Wild World, pur essendo un maschio aveva un nome femminile, ovvero Elettra! Si tratta ovviamente di un errore del team di localizzazione, dato che i personaggi di carattere bisbetico sono tutti di sesso maschile e hanno la voce profonda, cosa che li distingue drasticamente dai villager con altri caratteri. L’errore è stato poi corretto nei giochi successivi, e il burbero scoiattolo ha cambiato nome in Protone.
  • L’ultima particolarità che ho notato è la transcreazione pura e semplice nella rubrica dei contatti di Pocket Camp. In questo caso, confrontando la versione inglese con quella italiana, ho notato che i traduttori sono ricorsi a questa scelta traduttiva parecchie volte, ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.

Intanto vi consiglio di giocare a uno dei titoli della serie, non ve ne pentirete!

A prestissimo!

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