Di Elena Bernardeschi

Come tutti sappiamo, manca poco alle elezioni europee. Sentiamo parlare molto dell’Unione europea – anche se forse non abbastanza – ma pochissimo del ruolo della traduzione all’interno di questa complessa organizzazione. Ebbene, nel mio primo articolo per PaP ho deciso di trattare proprio questo argomento al fine di dare luce al lavoro imprescindibile dei traduttori e di fornire le informazioni essenziali per entrare nel mondo delle istituzioni europee.

Ma partiamo dall’inizio. La prima volta che l’Ue – allora CEE (Comunità Economica Europea) – formalizzò la sua politica linguistica fu con il Regolamento 1/58, in cui si stabilì il regime linguistico che tutti i Paesi membri avrebbero dovuto rispettare obbligatoriamente. Ancora oggi il contenuto delle disposizioni rimane invariato, ma la più recente versione consolidata del Trattato sull’Unione europea va oltre la funzione prettamente organizzativa del Regolamento focalizzandosi ancora di più sulla questione delle lingue e sottolineando il loro ruolo in un’Unione “unita nella diversità”. Nel Trattato si esprime la volontà di facilitare la traduzione dei documenti dell’Ue in ognuna delle lingue ufficiali e riconosce la sua fondamentale importanza proprio allo scopo di rispettare la diversità linguistica e culturale dell’Unione europea, come scritto nell’Art.3. Questo stesso documento rimarca anche il diritto di chiunque si rivolgesse per iscritto alle istituzioni di ricevere una risposta nella stessa lingua e di avere la sicurezza che tutte le informazioni che i cittadini comunitari possono leggere nella loro lingua madre siano le stesse messe a disposizione nelle altre lingue dell’Unione. Ciò permette di assicurare la trasparenza dei documenti e delle azioni dell’Ue, oltre a garantire pari dignità a tutte le lingue, rispettandone allo stesso modo tutti i parlanti.

È qui che entrano in gioco i traduttori, che offrono la loro penna e la loro quasi maniacale precisione (ammettiamolo, siamo grammar nazi) per tradurre un numero di pagine che aumenta di anno in anno. Moltissimi operano dalla culla della traduzione dell’Unione, la Direzione Generale della Traduzione (DGT), organo della Commissione europea con sede a Bruxelles e a Lussemburgo. Con circa 2.500 dipendenti tra traduttori, editor, project manager e altro staff e milioni di pagine tradotte, è uno dei maggiori servizi di traduzione al mondo. La Commissione si avvale anche della collaborazione di traduttori freelance che traducono il 25% dell’output totale e con i quali gestisce i rapporti contrattuali e le richieste di traduzione attraverso un portale web chiamato eXtra. Per garantire la qualità eccellente delle traduzioni e per far sì che i professionisti esterni lavorino al massimo dell’efficienza, la Commissione fornisce loro informazioni e aiuto terminologico. Allo stesso modo, i traduttori interni ricevono un training specifico e sono affiancati da colleghi che revisionano le loro traduzioni e risolvono possibili dubbi sulla terminologia da utilizzare. Ovviamente, si avvalgono delle memorie di traduzione, fondamentali per assicurare coerenza terminologica.

Per facilitare il processo di traduzione e rendere più fluido il flusso di lavoro, la DGT usa una piattaforma chiamata Euramis – European Advanced Multilingual Information System – che riunisce e-mail e CAT tools interni. In questo modo, un documento viene tracciato dal momento della richiesta di traduzione fino alla sua consegna.

Di cosa si occupa precisamente la Direzione Generale della Traduzione?

Oltre alla traduzione della legislazione, di documenti programmatici, di corrispondenza e di altra documentazione, aiuta i cittadini a capire le politiche dell’Ue e a comunicare con la Commissione, e fornisce consulenza linguistica ai servizi della stessa Commissione. Parlando del lavoro dei traduttori, non possiamo non citare quello dei terminologi interni alla DGT, indispensabili per rispondere alle questioni riguardanti la terminologia, per preparare schede terminologiche che snelliscono il processo traduttivo e per arricchire di nuovi termini e definizioni il database IATE (Inter-Active Terminology for Europe), a cui chiunque ha libero accesso.

Il ruolo essenziale dei traduttori all’interno delle istituzioni europee è anche dato dal fatto che le lingue ufficiali sono aumentate nel corso degli anni a seguito dell’espansione della famiglia europea. All’epoca del Regolamento 1/58, vi erano soltanto quattro lingue ufficiali, quelle parlate nei Paesi fondatori: il francese, il tedesco, l’olandese e l’italiano. Con il passare degli anni, l’Unione è arrivata ad avere 28 Stati membri – 27 senza il Regno Unito – e 24 lingue ufficiali.

Contribuire a questa babele di lingue è il sogno di molti traduttori. L’Unione europea indice concorsi i cui avvisi sono pubblicati sul sito dello European Personnel Selection Office (EPSO). Il processo di selezione prevede tre fasi: un test iniziale suddiviso di solito in quattro parti con domande a risposta multipla, una traduzione verso la propria lingua madre e infine una giornata di test e di colloqui orali. Attualmente(maggio 2019), sono aperte le candidature per traduttori e correttori di bozze e nelle prossime settimane uscirà un bando di gara per freelance e agenzie di traduzione interessati a tradurre per l’Unione. La DGT permette inoltre agli studenti di svolgere tirocini retribuiti.

Ho fatto queste foto durante il mio soggiorno a Bruxelles per lo stage alla DGT. Nella prima si vede l’ingresso della sede belga, e la seconda è stata scattata durante una conferenza del Translating Europe forum che si svolge ogni anno nella capitale belga.

Il mondo della traduzione per l’Unione europea, come quello della traduzione in generale, è tanto complesso quanto affascinante. D’altronde, dalla traduzione dipende gran parte della comunicazione e del funzionamento dell’Ue e, proprio per questo, può esserne considerata un vero pilastro.

Come sosteneva Umberto Eco, “La traduzione è la lingua dell’Europa.”

Per approfondire:

https://ec.europa.eu/info/departments/translation_it#responsibilities

https://epso.europa.eu/

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:31958R0001&from=IT

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A12012E%2FTXT

https://publications.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/e0770e72-afa1-4971-8824-6190512537dc/language-en

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