Di Maria Pecciarini –

Uno degli aspetti più affascinanti della professione dell’interprete è la varietà dei temi che ci troviamo ad affrontare: un giorno impariamo tutto sul settore vinicolo, e la volta dopo diventiamo esperti di macchine strumentali. E che soddisfazione quando ci chiedono se siamo specialisti di quell’ambito o se ci siamo laureati in quella disciplina! Magia? No, preparazione. I più, infatti, concepiscono gli interpreti come dei dizionari viventi, padroni della scienza infusa, che sanno fornire immediatamente la traduzione di qualsiasi termine esistente. In realtà, non è affatto così: ciò che gli altri non vedono sono le giornate (a volte settimane o addirittura mesi) di preparazione per svolgere un singolo incarico; nell’arco di questo tempo, l’interprete fa ricerca sull’argomento, lo studia nelle varie lingue, crea glossari, si esercita a tradurre per quel particolare settore.

Molti clienti rimangono sorpresi quando scoprono tutto il lavoro che c’è dietro alla nostra professione, e chiedono: “ma come fate”?

L’articolo vuole rispondere proprio a questa domanda, soffermandosi in particolare sull’interpretazione di trattativa B2B in fiera, e dando alcuni consigli a chi si approccia per la prima volta a questo tipo di interpretazione (se volete capire meglio di cosa si tratta, date un’occhiata all’articolo della collega Camilla Vecchione. Di seguito vengono riportati alcuni possibili scenari di lavoro e il relativo approccio per la preparazione.

1. Trattativa in fiera per un espositore

In questo caso, si rimane allo stand di un preciso espositore per tutta la durata della fiera, e si interpretano le trattative quando si avvicinano dei buyer interessati. Come può prepararsi l’interprete?

  • Studiare il sito web dell’espositore: molto probabilmente ci troveremo a tradurre sempre le stesse battute riguardanti l’azienda e i prodotti in vendita, pertanto è sempre meglio essere ben informati su questi aspetti. Sul sito possiamo trovare risposte a domande quali: dove si trova la sede principale? Cosa produce l’azienda? Cosa vuole vendere in fiera?
  • Chiedere all’espositore un briefing. Arrivati in fiera il primo giorno, chiedete all’espositore di parlarvi della sua azienda e dei suoi prodotti, non tanto perché non vi siate già preparati, ma perché molto probabilmente ciò che racconterà a voi sarà anche ciò che racconterà agli acquirenti interessati. Prima di iniziare il lavoro, potrete quindi fare ricerche terminologiche dell’ultimo minuto e colmare eventuali lacune.
  • Memorizzare le varie informazioni sul campo. Capita spesso che, all’ennesimo compratore che pone domande sullo stesso prodotto, l’espositore vi dica: “fai tu, tanto ormai hai imparato”. Cercate quindi di tradurre non passivamente, ma memorizzando il più possibile, per non essere colti di sorpresa. Anche se questa mansione sembra solo una responsabilità in più, in realtà può essere molto appagante: i buyer rimangono sorpresi e non risparmiano complimenti quando scoprono che, anche se presentate il prodotto così bene, in realtà siete solo gli interpreti e non lavorate per l’azienda.

2. Trattativa in fiera per un buyer

Un’alternativa alla trattativa per un unico espositore è la trattativa per uno o più compratori, che si spostano all’interno della fiera visitando vari stand. Ecco come può essere effettuata la preparazione in questa eventualità.

INDICAZIONI GENERALI

  • Studiare anticipatamente la struttura della fiera e farsi un’idea della disposizione delle varie aree tematiche. Muovendosi con sicurezza fra gli stand, sarà più facile conquistare la fiducia del buyer, convincendolo della qualità delle nostre prestazioni.
  • Avere una preparazione generale su tutti i settori coinvolti nella fiera.

Non bisogna mai sottovalutare il fattore sorpresa: anche se il cliente dice di essere interessato solo ad uno specifico macchinario, può capitare che, camminando per la fiera, venga incuriosito da qualcos’altro; meglio non farsi cogliere impreparati. Ad esempio: ho lavorato come interprete di trattativa italiano-russo durante la fiera Rimini Wellness, per un cliente interessato a comprare solo attrezzi per la palestra. Ad un certo punto, però, la sua attenzione è stata catturata dallo stand di un venditore di poltrone massaggianti; il cliente ha voluto assolutamente provarle e informarsi sul prodotto… per fortuna mi ero preparata anche su quello! Da notare:

  • A volte è l’ente fiera stesso a mettere a disposizione un glossario multilingue riguardante tutti i vari settori dell’evento (mi è stato fornito, ad esempio, per fiere come il SIGEP o Ecomondo). In questo caso, sarà sufficiente studiare quello, senza però considerarlo una fonte infallibile: meglio verificare alcune traduzioni se ci insospettiscono.
  • In altri casi, bisogna partire da zero. Conviene allora fare una prima ricerca sul sito dell’evento e individuare le parole chiave. Dopodiché si può visitare la pagina con l’elenco degli espositori, sceglierne alcuni per ciascun ambito e visitarne i siti web, creando un glossario generale comprendente i termini che riscontriamo più spesso.

2.a Se ci viene affiancato un cliente in particolare

Prima della fiera, all’interprete viene comunicato quale buyer dovrà affiancare durante la fiera. Ecco come può muoversi l’interprete in questo caso:

  • Effettuare ricerche dettagliate sul cliente. Grazie a Internet, questo passaggio è molto semplice: basta visitare il sito web dell’azienda per cui lavora il cliente e spulciarlo da cima a fondo, facendosi un’idea della sua storia e della sua struttura, studiando i vari prodotti e servizi che offre, familiarizzando con la terminologia tecnica e creando un glossario specifico. Più tempo verrà dedicato a questo passaggio, meno saranno le probabilità di essere colti impreparati.
  • Studiare bene gli espositori a cui il buyer è interessato. Possono verificarsi due situazioni:
  • All’interprete viene fornita la scaletta degli incontri fissati dal buyer con determinati espositori. In questo caso, visitate i siti web di questi ultimi, studiateli bene e integrate il glossario creato precedentemente.
  • Non viene fornita alcuna scaletta. In tal caso, se possibile, mettetevi in contatto con il buyer, chiedendogli se è interessato a dei prodotti o a degli espositori in particolare. Altrimenti, basandovi sul suo sito web, provate a intuire quali possano essere le aree di suo interesse ed approfonditele.
  • Delineare anticipatamente il percorso da fare col cliente, individuando gli stand che potrebbero incuriosirlo e facendosi un’idea della loro collocazione. In questo modo, eviterete lo stress di ambientarvi nella fiera mentre accompagnate il cliente e dovete concentrarvi sull’interpretazione.

2.b Se non viene assegnato un cliente in particolare

Recentemente, ho lavorato come interprete a un evento organizzato dalla Camera di Commercio Italo-Russa a Firenze. Le Piccole e Medie Imprese russe e italiane si sarebbero confrontate su quattro macroargomenti: moda, oil&gas, macchine strumentali, ed energie pulite; tutti ambiti, insomma, che richiedono una enorme preparazione. Tuttavia, a noi interpreti non è stato assegnato né alcun cliente in particolare, né un ambito preciso; ci siamo trovati quindi a dover sapere “di tutto un po’”. Ecco l’approccio che abbiamo adottato per ottimizzare i tempi senza farci prendere dal panico:

  • Studiare bene il sito dell’evento, cercando di capire se ci sono obiettivi particolari da raggiungere (nel mio caso, ad esempio, era lo scambio di know-how e la ricerca di partner).
  • Visitare la pagina con la lista delle aziende iscritte all’evento e studiare i loro siti web. Se sono previsti molti partecipanti, questo passaggio potrebbe diventare interminabile. Consiglio quindi di:
  • Individuare gli ambiti principali; per ciascuno, scegliere due o tre siti di riferimento, quelli che ci sembrano più completi e affidabili; creare poi glossari generici basandosi su quelli (tutti gli altri siti conterranno probabilmente le stesse informazioni). In questo modo, se non fate in tempo a visitare tutti i siti, avrete comunque un’infarinatura generale di ciascun ambito.
  • Dedicarsi poi a settori più specifici, integrando i glossari. Ad esempio, all’evento sopra descritto ha partecipato anche una gioielleria che vendeva solo ambra. In un primo momento ho scartato il loro sito, concentrandomi sul settore “moda” in generale, e solo successivamente ho aggiunto al glossario delle voci specifiche sull’ “ambra”.
  • La cosa, forse, più difficile di tutte: riconoscere i propri limiti ed essere consapevoli che non è possibile sapere TUTTO (soprattutto in circostanze come quella descritta). Non dimenticate che state traducendo per degli esperti del settore: anche se usate una parafrasi o un termine non totalmente corretto ma comprensibile, molto probabilmente loro riusciranno a capirvi comunque. A volte tendiamo a dimenticare, infatti, che lo scopo non è la nostra performance linguistica (anche se il nostro orgoglio ci farebbe pensare il contrario), ma la comprensione fra le parti e la buona riuscita delle trattative!

Situazioni di emergenza terminologica

Durante le trattative, quasi sicuramente capiterà di scontrarsi con un termine di cui non ricordiamo la traduzione o in cui non ci siamo mai imbattuti. Sarebbe ideale, quindi, avere con sé uno smartphone o un tablet e tenere aperta la pagina dei vari dizionari online e delle altre risorse terminologiche solitamente utilizzate, per effettuare eventuali ricerche sul momento.

ATTENZIONE! Meglio chiedere anticipatamente al cliente se potete tenere a portata di mano il telefono o no: l’utilizzo di cellulari durante il lavoro potrebbe risultare infatti non gradito. Ad esempio, quando ho lavorato a Macfrut come interprete italiano-inglese, l’uso del telefonino era proibito per motivi di immagine dell’azienda; in altri casi, potrebbe essere vietato per ragioni di privacy. Suggerisco quindi di stampare sempre anche una copia cartacea del glossario, per avere una minima rete di sicurezza.

Spero di aver fatto luce, almeno in parte, sul mistero degli “interpreti (almeno apparentemente) onniscienti”, e di aver dato un’idea di quanto lavoro richieda questa professione, un aspetto ancora troppo spesso trascurato e, purtroppo, non debitamente retribuito.

E voi, fellow interpreters, avete qualche strategia particolare per prepararvi alle trattative in fiera? Fatemelo sapere nei commenti!

L’autrice

Mi chiamo Maria Pecciarini e sono un’ interprete e traduttrice freelance di madrelingua italiana; le mie lingue di lavoro sono il russo e l’inglese. Mi sono laureata in Interpretazione alla SLLTI (ex SSLMIT) di Forlì, e durante la mia formazione ho affinato la conoscenza delle lingue studiando e lavorando a Mosca, a Cambridge e in Irlanda. Ciò che adoro della professione dell’interprete è la varietà dei settori con cui si viene a contatto: alcuni dei campi che questo lavoro mi ha portato ad approfondire sono la moda, l’istruzione, la pasticceria, l’ecologia, macchine strumentali, l’oil e gas, lo sport, la religione e molti altri. Non esitate a contattarmi o a cercarmi su LinkedIn:

Email: pecciarini.maria@gmail.com

Cellulare: +39 3282581255

Profilo LinkedIn: linkedin.com/in/maria-pecciarini-baab93170

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