Di Regina Cellino –

Di cosa parliamo quando ci riferiamo alla traduzione letteraria nel mondo editoriale? Anzitutto, è necessario chiarire che la traduzione nel circuito editoriale non segue lo stesso iter in tutti i paesi e in tutte le case editrici. A tal proposito, possiamo tranquillamente affermare che non è la stessa cosa tradurre per le grandi case editrici, i cosiddetti colossi, o per le piccole e medie case editrici indipendenti. Non si verificano poi le stesse caratteristiche in ambito traduttivo tra i paesi dell’America Latina e l’Europa o gli Stati Uniti. Tuttavia, quello che rimane come punto fermo è il ruolo fondamentale del traduttore letterario nel mercato editoriale, un mestiere tanto necessario quanto invisibile. La letteratura tradotta diventa patrimonio culturale di tutte le lingue e ciò si realizza grazie al lavoro delle case editrici.

La traduzione editoriale implica competenze particolari. Tradurre documenti legali, software, relazioni o altri testi non ha nulla a che fare con il lavoro compiuto su libri che generano il diritto d’autore. Il traduttore letterario lavora con opere che sono pubblicabili, regolamentate ai fini legali e attraverso le quali diventa egli stesso un autore.

Inoltre, la traduzione letteraria presuppone non solo l’adeguamento, il passaggio da una lingua all’altra —cercando di mantenere vivo l’intento dell’autore—, ma anche e soprattutto il trasferimento dell’esperienza culturale o estetica. Ed è così che la sfida con la quale si confronta il traduttore è di trovare formule, strutture sintattiche, ritmo che consentano al lettore straniero di cogliere lo stesso effetto che l’autore voleva ottenere nel testo originale. In più, oltre a confrontarsi con le consuete difficoltà della traduzione, il traduttore letterario deve raggiungere la stessa qualità estetica. Quindi, alla traduzione di un testo letterario è richiesta la riproposizione di valori e sentimenti equivalenti al testo originario.

In più, il traduttore letterario deve possedere un dominio complessivo e ottimo sia della lingua d’origine che della lingua d’arrivo e, ovviamente, essere aggiornato, perennemente “sul pezzo”, sulla cultura e sul contesto sociale di entrambe le lingue e i paesi coinvolti. Deve avere, infine, la capacità di scrivere o riscrivere un’opera. In tal senso, l’antropologo e linguista statunitense Edward Sapir sostiene che non esistono due lingue in grado di rappresentare una medesima realtà sociale poiché ogni lingua definisce la propria realtà e crea la propria cosmovisione.

Affinché una traduzione sia corretta è di fondamentale importanza che il traduttore letterario si senta a proprio agio in entrambi gli universi linguistici e culturali.

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